Il cloud è sicuro o insicuro? Le due “scuole di pensiero” sono ricche di esponenti pronti a sostenere la propria tesi. Se è vero che l’adozione del cloud da parte delle aziende impone riflessioni estese (del resto si parla di migrazione dai sistemi privati ai sistemi di terzi), dal punto di vista della sicurezza dei dati non è necessariamente una transizione pericolosa, anzi. «In questo processo entrano in gioco diverse problematiche – spiega Fabrizio Grasso, Business Manager Security di Lantech Longwave – tra le quali la governance della compliance aziendale, della security e della data protection. C’è la gestione dei costi relativi all’uso del cloud, che non è raro vedere subire oscillazioni a causa di usi impropri o non ottimizzati e soprattutto a causa di eventi cybersecurity».

Lantech Longwave, digital advisor che da oltre vent’anni accompagna le imprese nei processi di digitalizzazione e innovazione tecnologica, ha le idee chiare su come gestire il passaggio all’operatività in cloud: «È fondamentale innanzitutto comprendere il “cloud journey”, esaminando gli scenari di adoption del cloud che l’azienda ha scelto di approcciare. Il paradigma del cloud si è sin da subito distinto per semplicità e velocità sia in caso di prima adoption, sia per update e fix, andando a soddisfare l’aspettativa di veloci e frequenti rilasci di funzionalità. L’automation, in ambito Cloud Security, porta il nome di CNAPP (Cloud Native Application Protection Platform), che risponde all’esigenza di gestire in maniera unificata le problematiche di security, cybersecurity e compliance in ambiente multicloud, con una visibility completa sui rischi e sulle priorità di intervento, abbracciando di fatto tutti gli scenari di adoption».

Info: lantechlongwave.it