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Sabato, 27 Luglio 2024

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Agrovoltaico in serra, il volto dell’agricoltura 4.0. Artigianfer, storica impresa del settore, ha le idee chiare su come innovare

Di recente, le più importanti testate giornalistiche economico-finanziarie stanno dando grande risalto all’innovazione in atto nel comparto agrovoltaico. In particolare si sta ponendo l’attenzione sugli impianti fotovoltaici installati sopra alte strutture “pensili”, che consentano sia la normale coltivazione a terra di orticole, grano e mais, sia l’accesso ai mezzi agricoli per le lavorazioni sottostanti. L’ambizioso intento è quello di adattare i medesimi ai vari cultivar, onde garantire l’equilibro tra la resa agricola e quella energetica. Benvenute siano simili innovazioni perché, come ha giustamente osservato un esperto in materia, “al Paese serve tutto”.

 

È proprio con questo spirito che, a partire dal 2008/2009, Artigianfer porta avanti con lungimiranza un progetto assolutamente all’avanguardia: installare impianti FTV innovativi, perfettamente integrati sui tetti delle serre adibite alle “colture protette”, tramite i quali ottenere equilibrio tra la resa agricola e quella energetica; attiva dal 1966, Artigianfer è specializzata nella progettazione e costruzione di serre industriali. Ci sono innumerevoli ettari di serre FTV che, ancora oggi, producono energia rinnovabile e prodotti orticoli e florovivaistici in quantità e di qualità. Si tratta di una concreta realtà, un esempio di virtuosa integrazione tra “agricoltura in serra” ed energie rinnovabili, che poggia sulle solide fondamenta di un know-how ben sperimentato e si configura come prima valida esperienza di “agrovoltaico”. Tale connubio, vista la totalità dei progetti realizzati da Artigianfer, ha dato luogo ad un sano sviluppo del FTV integrato su serre, il cui esempio è stato esportato con successo anche all’estero.

 

È importante dunque non disperdere un simile risultato: il nuovo agrovoltaico ne dovrà tenere conto se il settore intende svilupparsi secondo quei criteri di equilibrio ed efficienza di cui il Paese ha bisogno, evitando l’implementazione monotematica degli impianti FTV “pensili”. L’equilibrio si concretizza attraverso una realistica integrazione tra agrovoltaico “pensile” ed agrovoltaico in “serra”, così che quest’ultimo non perda la sua duplice peculiarità: il “profitto energia” unito alla massimizzazione delle coltivazioni in serra condotte in funzione dei cultivar e dei cicli stagionali. Se all’epoca la coltivazione sotto serra FTV poteva essere un’incognita, oggi l’esperienza acquisita dimostra che gli agricoltori sono perfettamente in grado di coltivare sotto le serre FTV. In questo contesto è dunque importante che il Legislatore regolamenti l’agrovoltaico non dimenticando di inserirvi, quale parte integrante, la serra FTV; sarebbe anzi auspicabile, per le ragioni fin qui esposte, concederle massima priorità affinché sia evidente la differenza fra agrovoltaico in “serra” e agrovoltaico “pensile”, avendo cura di assicurarsi che quest’ultimo contribuisca realmente a potenziare l’efficacia delle coltivazioni onde evitare la colonizzazione indiscriminata di vaste aree agricole del nostro Paese.

 

Non bisogna pensare, infatti, che l’impiego di semplici trattori operanti sotto strutture FTV “pensili” equivalga ad “agricoltura innovativa”. Una concreta soluzione di equilibrio, invece, sarebbe rappresentata dal selezionare e indirizzare una parte mirata delle risorse tramite incentivi ad hoc, al fine di mettere a disposizione di quegli agricoltori/investitori interessati alle serre FTV i mezzi finanziari appropriati: ciò consentirebbe di dare corpo a nuove attività produttive specializzate in “coltura protetta” tramite serre ad alto contenuto tecnologico. Si tratterebbe di premiare il reale connubio tra agricoltura tecnologica avanzata in serra e sistema strutturale FTV ivi integrato. D’altra parte, più si agevola il tipo di impostazione tecnologica, progettuale e normativa così configurata, più si riduce il pericolo che i campi FTV “pensili” altro non siano, in versione mimetizzata, che i vecchi e tradizionali “campi a terra”.

 

È pertanto auspicabile un fattivo spirito di collaborazione tra gli operatori, onde pervenire ad un vero “agrovoltaico” quale sicuro contributo a favore dell’agricoltura del futuro. Perdere questa preziosa opportunità significherebbe rischiare che gli investimenti sull’agrovoltaico finiscano per non costituire l’incentivo al progresso tecnologico e all’ingresso del settore agricoltura nel futuro 4.0 di cui il Paese ha tanto bisogno.

 

Info: www.artigianfer.com

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