Il network di riferimento per le aziende italiane
La mobilità per un’impresa responsabile
Lo studio degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti per garantire la sostenibilità
La pandemia ha accelerato questo processo, portando al centro delle dinamiche d’impresa lo studio sugli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti. È inutile negarlo, nel corso dell’ultimo anno e mezzo il mondo è cambiato e con esso anche alcune nostre abitudini, le tematiche ambientali e sociali si sono ritagliate sempre di più un ruolo centrale nell’opinione pubblica, di questo se ne è accorto il governo e infatti dal prossimo 23 novembre per effetto delle disposizioni del decreto rilancio (DL 19 Maggio 2020 n. 34 convertito in legge il 17 Luglio 2020 n. 77 ripreso poi anche dal DL 12 maggio 2021) relative alla transizione ecologica ed ecosostenibilità, le aziende che hanno in organico oltre 100 dipendenti e sono ubicate in una città metropolitana, capoluogo di provincia o un comune con più di 50000 abitanti devono procedere alla nomina del Mobility Manager (MM) e predisporre il PSCL (Piano Spostamenti Casa Lavoro). Lo scopo del disposto normativo è ridurre il traffico che congestiona le nostre strade principalmente durante l’orario di punta mattutino e serale adottando iniziative per il miglioramento del tragitto casa-lavoro dei dipendenti, con benefici sia per quest’ultimi che per la azienda, senza dimenticare l’ambiente.
Tale novità legislativa rappresenta un passaggio epocale come lo è stato nel 1994 il D.Lgs. 626 (oggi 81/08) in materia di sicurezza sul lavoro. I risultati ottenuti da quest’ultimo in termini di migliori condizioni di lavoro sono evidenti a tutti, l’auspicio e che tra 20/30 anni potremo dire la stessa cosa anche sugli aspetti di sostenibilità, mobilità, inquinamento urbano, stress da traffico. La necessità di avere città vivibili, non inquinate, con spazi green, senza ingorghi, ecc., rappresenta un bisogno per tutti noi. Le imprese vengono chiamate a coniugare i propri posti di lavoro con un piano spostamenti casa-lavoro che riduca gli impatti sull’ambiente. Il significato normativo volto alla sostenibilità è orientato su più aspetti: responsabilità delle imprese e dei lavoratori, strumenti green, condivisione dei mezzi di trasporto, trasporto multimodale, attenzione della pubblica amministrazione.
Gli adempimenti principali per le aziende sono tre:
1) impegno sociale a contenere le emissioni;
2) nomina di un Mobility Manager (MM) aziendale con il compito di valutare e migliorare la sostenibilità del tragitto verso la sede lavorativa dei dipendenti.
3) Predisporre con il supporto del MM il PSCL che rappresenta una panoramica sugli spostamenti casa lavoro dei dipendenti, sia attuale che futura. Il requisito principale del MM è (DL 12 Maggio 2021): un’elevata e riconosciuta competenza professionale e/o comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti e della tutela dell’ambiente.
Completano questo profilo capacità nell’analisi dei dati, conoscenza e approfondimento delle dinamiche aziendali e abilità nelle relazioni con gli enti pubblici o società di trasporto pubblico. I contenuti minimi del PSCL sono: analisi dell’offerta di trasporto sia sul territorio sia riguardo le condizioni strutturali dell’azienda (politiche di sosta e spazi dedicati a mezzi di trasporto alternativi all’auto privata), analisi degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti attraverso un questionario anonimo e rilevazione della loro propensione al cambiamento, descrizione e valutazione delle proposte migliorative alla situazione attuale (car pooling, micromobilità, agevolazioni per il trasporto pubblico, rivalutazione spazi aziendali, ecc.), implementazione di un sistema di monitoraggio il quale potrà essere sia di supporto per il PSCL dell’anno successivo sia un fattore per future scelte aziendali. In parallelo alla figura del mobility manager aziendale il decreto instituisce la figura del mobility manager d’area, nominato dal comune competente il quale ha il ruolo di supervisionare e indirizzare il lavoro dei mobility manager aziendali attraverso la revisione dei PSCL con lo scopo ulteriore di attuare interventi il più a larga scala possibile per esempio unendo le necessità di più interlocutori.
In aggiunta a queste due figure si colloca inoltre quella del mobility manager scolastico con l’obiettivo di ridurre al minimo le interferenze tra i tragitti di studenti e dipendenti. In conclusione l’auto nella ripresa post pandemia è ritenuta da una buona parte della popolazione il mezzo più sicuro e a volte, a causa dello smart working, più economico per recarsi al lavoro, questo però ha portato a notevoli ripercussioni sul traffico cittadino con conseguente aumento del tempo di percorrenza e impatto ambientale di questo spostamento. Per questo motivo il fine principale del mobility manager è quello di convincere (anche attraverso iniziative di sensibilizzazione) ed indirizzare questa porzione di dipendenti verso sistemi di trasporto meno impattanti verso l’ambiente e in alcuni casi più performanti dell’auto privata. Le parole chiavi di questo importante cambiamento culturale sono: Micromobilità, Sharing mobility, Trasporto pubblico, Intermodalità, Smart-working, E-mobility, Impatto ambientale, Salute, Produttività, Risparmio energetico, Welfare aziendale.
Per maggiori informazioni visita il sito www.safetyitalia.it