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Il Salone del Mobile.Milano 2022, crocevia di opportunità e di crescita per l’industria dell’arredamento
L’arredamento è settore in pieno fermento. Lo testimoniano i numeri e lo testimonia la sessantesima edizione del Salone del Mobile.Milano che, in quest’anno di ripartenza a pieno regime delle attività, si preannuncia particolarmente interessante. Dopo due anni di emergenza pandemica e dopo il riuscito esperimento del Supersalone 2021 (format a metà tra fiera e progetto di comunicazione e storytelling, che permise alla manifestazione di svolgersi, pur in forma “ridotta”, nel rispetto delle restrizioni), il Salone torna a essere rassegna interamente in presenza e celebra tale ritorno con un piatto ricco di novità, di espositori – anche internazionali – e di percorsi dedicati alla cultura del design e alle innovazioni del comparto.
Nelle parole di Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano e di Assarredo: «Da sempre, il Salone del Mobile è catalizzatore di creatività ed energie. È generatore di bellezza, inclusione, nuove opportunità. Siamo sempre stati un luogo di dialogo e costruzione, a Milano come nelle edizioni di Shanghai e di Mosca. Oggi, sconvolti come tutti per la guerra in Ucraina, crediamo ancor di più nel valore del nostro essere crocevia di culture e stili aperto al mondo. Ecco perché siamo impegnati per rimettere al centro il lavoro delle aziende espositrici. La Manifestazione si fa foglio bianco a disposizione di tutti i suoi protagonisti – imprese, brand, designer – per progettare la propria identità, valorizzare i propri contenuti, raccontare le proprie storie. Un punto di riferimento per l’intera design community. Non possiamo fermarci, ma abbiamo anzi il dovere di accelerare verso soluzioni progettuali, produttive e distributive il più possibile sostenibili; oggi più che mai serve un approccio etico al design».
Tante le proposte del Salone per approfondire il mondo dell’arredamento: il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo; il Workplace 3.0 dedicato alle tecnologie e alle innovazioni per gli spazi di lavoro; il S. Project, dedicato al design d’interni; EuroLuce, la biennale dedicata alle soluzioni d’illuminazione più innovative; EuroCucina, biennale focalizzata sulle nuove proposte dal mondo delle cucine; il Salone Internazionale del Bagno, dedicato all’universo bagno; il Salone Satellite, spazio dedicato ai giovani designer under 35. Sulla scia del successo del Supersalone 2021, tornerà anche il format del talk show, con focus specifici sulle più diverse tematiche legate all’arredamento.
Claudio Feltrin, Presidente di FederlegnoArredo, in occasione della conferenza stampa per la presentazione del Salone del Mobile.Milano 2022, facendo eco alla Presidente Porro, ha affermato che «L’importanza strategica delle fiere, e quindi anche del Salone che finalmente torna dopo due anni di assenza, sta tutta nella grande adesione delle aziende che hanno dimostrato di non volere, e non potere, rinunciare al 60esimo compleanno di una vetrina che non ha eguali al mondo. Il legno-arredo nel suo complesso ha chiuso un 2021 davvero da record, grazie anche ai comparti strettamente legati alla casa e con un macro-sistema arredamento che da solo pesa comunque più della metà del fatturato totale della filiera. Purtroppo però il caro energia, la scarsità di materie prime e adesso la guerra in Ucraina rendono il futuro davvero incerto, e l’incertezza, si sa, è nemica delle imprese. Ecco, tornare a esporre i prodotti del nostro Made in Italy al Salone significa riaffermare la nostra leadership e rivolgere lo sguardo anche a mercati nuovi ed emergenti e dare sostanza ai tanti sforzi che i nostri imprenditori hanno sostenuto negli ultimi due anni, durante i quali hanno continuato a investire, innovare e puntare sulla sostenibilità, quale leva di competitività».
Nel futuro dell’industria del mobile c’è crescita, lo dicono i numeri.
La filiera del legno ha chiuso un 2021 decisamente positivo. Il Centro Studi FederlegnoArredo riporta un incremento di fatturato del 25,5% (pari a 49,3 miliardi di euro) rispetto al 2020 e in crescita anche rispetto al 2019 del 14%. Questi ottimi risultati sono in parte da attribuire anche al successo che la manifattura Made in Italy riscuote all’estero: l’export ha costituito il 37% del fatturato per un totale di 18 miliardi – in crescita del 20,6% sul 2020 e del 7,3% sul 2019.
L’arredamento non è soltanto settore in piena fase di rilancio, però: è anche fra le industrie maggiormente impegnate sul fronte dell’eco-sostenibilità. Il rapporto Design Economy 2022 a cura di Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design attesta che l’arredamento è uno dei settori nei quali c’è più domanda di prodotti eco-compatibili (69%); le imprese, dal canto loro, hanno dimostrato di essere attente alla questione e di muoversi in modo sempre più compatto verso processi e prodotti “green”.
Il 57,6% degli intervistati, infatti, ha affermato di progettare prodotti in ottica di durabilità fisica e di facile manutenibilità; il 43,4% opera in ottica risparmio di energia e di materie prime, così da ridurre gli scarti; il 34% progetta prodotti nell’ottica di facilitare il processo di riciclo attraverso l’impiego di mono-materiale o di materiali rigenerati; il 31,4% progetta prodotti in ottica di una facile sostituzione dei componenti e aggiornamento delle loro funzioni; il 13,3% progetta prodotti in ottica di disassemblaggio, ossia di processi volti a una più facile separazione dei materiali per il riciclo; il 10,7% si occupa del design strategico per la sostenibilità, funzionale alla creazione di framework, KPI e tool per la sostenibilità ambientale; il 5,5% si occupa di design per la rigenerazione, volto alla rifabbricazione di prodotti con la stessa o diversa funzione d’uso, o alla progettazione di prodotti modulari per favorire il riutilizzo di parti del prodotto.
Arredamento e sostenibilità: facciamo il punto.
In occasione della presentazione del Design Economy 2022 all’ADI Design Museum di Milano del 20 Aprile 2022, Maria Porro ha tracciato un’analisi del settore in chiave eco-sostenibilità:
«Abbiamo iniziato con una survey, con un’indagine interna che ha messo in luce che il settore arredamento italiano e, più in generale, la filiera del legno, siano in realtà già molto avanti sui temi della sostenibilità. Abbiamo circa il 60% delle aziende che sono già certificate FSC, che quindi si approvvigionano di legno certificato; circa il 60% utilizza energia da fonti rinnovabili e si arriva addirittura al 40% che le usa per più della metà del proprio fabbisogno. È una filiera che ha già un buon posizionamento; una filiera fatta, però, da piccole e medie imprese, che quindi hanno difficoltà a percepire in modo osmotico le informazioni. Sono flessibili ma devono essere più veloci nell’affrontare i cambiamenti».
Porro ha ben chiara la roadmap da seguire:
«Si tratta di aiutare le aziende a raggiungere le certificazioni, che sono uno strumento indispensabile nei confronti del consumatore finale, che vuole sempre di più capire com’è stato prodotto un prodotto, da chi, con quali processi, con che energie. Ma non solo: stiamo lavorando sui principi di riparabilità, un prodotto sostenibile deve esserlo fin dalle sue prime fasi di progettazione. Ci stiamo occupando del fine vita: come verranno smaltiti i prodotti? C’è la possibilità di ripararli, di riutilizzarli? E stiamo lavorando anche alla formazione di figure specifiche che all’interno delle aziende si occupino di sostenibilità. Ci stiamo impegnando per creare una cultura condivisa, che arrivi fino al consumatore finale, rispetto a ciò che significa la vera sostenibilità di un prodotto di arredamento e di design».
In questo senso, il Salone ha un importante ruolo:
«Il Salone è un catalizzatore: riesce a raccogliere in un tempo ristretto, in un luogo specifico, un’intera comunità fatta da imprenditori, da interior designer, da architetti, da operatori del settore, da buyers che arrivano da tutto il mondo a Milano per vivere un’esperienza in cui la creatività di un intero settore viene rappresentata e può essere vissuta. Per capire la vera qualità, la vera sostenibilità di un prodotto occorre farne esperienza, ed è quello che ci è mancato tantissimo in questi due anni di pandemia e di mancato Salone del Mobile. Stiamo lavorando a questa sessantesima edizione in questa prospettiva, mettendo al centro la dimensione della sostenibilità e anche dell’impatto che la fiera stessa ha».
Le iniziative in favore della sostenibilità promosse dal Salone sono mirate e concrete:
«Il Salone può avere un ruolo di acceleratore di processi ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un’area di 1.400 mq a un’installazione curata da Mario Cucinella, architetto che si è distinto lungo tutta la sua carriera per l’approccio sostenibile: una grande materioteca che presenterà materiali sostenibili già industrializzati, già disponibili per il settore arredamento, con l’idea che la condivisione di informazioni e di possibilità con un pubblico così grande come quello del Salone del Mobile possa garantire un’accelerazione a questo processo. Ci sarà, inoltre, una dimensione culturale, dei talk in cui discuteremo di queste tematiche. È un impegno sistemico: abbiamo la possibilità, con la nostra azione, di incidere su tutto il processo produttivo e disegnare una nuova modalità di approccio».