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Sabato, 23 Novembre 2024

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Plastica e sostenibilità: un connubio possibile, grazie all’impegno dell’intera filiera

La plastica è un materiale impiegato in così tanti settori e per così tanti prodotti che sarebbe ridondante farne un elenco. Dall’uso industriale all’uso edile, passando per l’uso medico fino ai suoi mille impieghi nell’ambito della vita quotidiana, la plastica si è rapidamente imposta come risorsa fondamentale, in grado di rivoluzionare moltissimi ambiti produttivi e dell’industria.

 

Di pari passo al diffondersi massivo del suo uso, è emerso il problema dello smaltimento dei rifiuti plastici, questione che incide a livello globale ma soprattutto sulle nazioni in via di sviluppo, che spesso non sono dotate dei necessari sistema di raccolta e riciclo. Un problema particolarmente rilevante è rappresentato dalle microplastiche, che costituiscono parte integrante di alcuni tipi di prodotti oppure possono derivare dal loro utilizzo o dal loro incorretto smaltimento; se finiscono nei terreni o nell’oceani l’impatto inquinante è notevole.

 

È per via di tali problematiche che gli sforzi dell’industria della plastica si sono sempre di più rivolti allo sviluppo di soluzioni eco-sostenibili, sia nell’ambito dei processi produttivi, sia nella fase di recupero e smaltimento dei materiali.

 

Bisogna, innanzitutto, distinguere due macrocategorie di plastica:

 

 

 

 

Le caratteristiche intrinseche del materiale, dunque, pongono diverse sfide in merito alla sua riciclabilità. Mentre per i materiali termoplastici è sufficiente incrementare la temperatura per dar loro nuova forma e nuova vita, per i termoindurenti il processo è più complesso e soprattutto richiede più energia, poiché include la polverizzazione del materiale.

 

 

 

Plastica e inquinamento: un problema risolvibile

 

Sappiamo bene che alcuni tipi di plastica impiegano anche centinaia di anni per degradarsi nell’ambiente; sappiamo anche, però, che smaltire i rifiuti plastici in modo efficiente e pulito è possibile, specialmente oggi che la tecnologia può fornire un importante aiuto nella razionalizzazione dei processi. Le azioni in favore della sostenibilità della plastica devono dunque articolarsi su almeno tre fronti: puntare sulla sua resistenza e la sua durabilità, che assicurano che molti dei componenti utilizzati in ambito industriale abbiano una vita utile molto lunga, anche di decenni; avvalersi di tutti gli strumenti tecnologici disponibili per ottimizzare gli sprechi; smaltire nel modo giusto i rifiuti plastici e recuperarli laddove possibile.

 

Al di là dell’apporto – sicuramente importante – della tecnologia, la chiave di volta che consente alla plastica di divenire materiale sostenibile è la collaborazione di tutta la filiera produttiva e anche dell’utilizzatore finale. Da un lato, l’industria della plastica ha dimostrato grande sensibilità al tema ambientale: nell’arco degli ultimi decenni le aziende produttrici hanno iniziato a prediligere materiali plastici ricavati da rifiuti riciclati, a ridurre le emissioni di CO2 durante i processi industriali di trasformazione e produzione, e sono stati realizzati importanti investimenti per sviluppare le cosidette “bioplastiche”. Dall’altro, governi e istituzioni locali hanno sempre più cercato di promuovere comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, a partire dalla raccolta differenziata.

 

 

 

La Bioplastica e le altre plastiche “green”

 

Bioplastica è un termine che fa riferimento a molti diversi tipi di prodotti ed è spesso confuso con altri concetti relativi alla sostenibilità della plastica.

 

La bioplastica in senso stretto indica quei materiali composti, in parte o in totale, da molecole di natura vegetale come l’amido e la cellulosa (di contro alle molecole derivate dal petrolio). È oggi utilizzata per moltissimi prodotti, specialmente nell’ambito del packaging, ma componenti in bioplastica stanno sempre più facendosi strada negli ambiti dell’industria, dell’automotive, dell’elettronica, dell’agricoltura e altro ancora.

 

Plastica biodegradabile ha un significato leggermente diverso. Se partiamo dal presupposto che la decomposizione è frutto di processi enzimatici che avvengono in qualunque caso, tutta la plastica è tecnicamente “degradabile”. Tuttavia, come detto, in alcuni casi parliamo di tempi di degradazione di centinaia di anni, di certo non ciò a cui ci si riferisce quando si parla di sostenibilità della plastica. Con plastica biodegradabile, dunque, si fa solitamente riferimento a quei materiali i cui tempi di degradazione sono di qualche settimana o al massimo qualche mese.

 

Con plastica compostabile ci si riferisce a quei materiali le cui caratteristiche consentono una decomposizione biologica presso gli appositi siti di compostaggio. Il processo di compostaggio è definibile “biologico” quando non vi è rilascio di residui tossici e quando, al termine del processo, tutta la plastica è convertita in anidride carbonica, acqua, composti inorganici o biomassa.

 

I vantaggi delle plastiche “green” dunque sono molti dato che, conservando l’eccezionale utilità della plastica, ne facilitano il recupero, lo smaltimento e il riciclo, dando un fondamentale contributo a rendere l’intera filiera più pulita e sostenibile.

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